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La musica su etichetta discografica multinazionale è kaputt. Morta, passata. Le dichiarazioni di Thom Yorke, cantante dei Radiohead sono state riprese da This Is London e incluse in un opuscolo per adolescenti tra i 15 e i 16 anni dal provocatorio titolo The Rax Active Citizen Toolkit, una sorta di manifesto sulla necessità e l'importanza dell'impegno personale. Sarà distribuito nelle scuole del Regno Unito a partire da luglio.
Come navi che affondano - Nel suo intervento Thom Yorke paragona il music business inteso in modo tradizionale come un transatlantico alla deriva, "come navi che affondano" e che bisogna soltanto abbandonare. Anche Ed O' Brien, uno dei due chitarristi del gruppo di Oxford, di recente ha sottolineato come sia fondamentale che i giovani artisti imparino a far da sé. Addirittura parla di "pochi mesi di vita". I Radiohead hanno lasciato la Emi per scegliere parzialmente la strada dell'autoproduzione e promozione fai da te giusto un attimo prima che il colosso inglese dichiarasse lo stato di crisi, per poi essere rilevato da Terra Firma. "Non sarà una grande perdita, la musica andrà avanti comunque, lo sta già facendo" ha concluso Yorke. L'ultimo album dei Radiohead, In Rainbows, è stato lanciato nel 2007 prima in esclusivo download ad offerta libera sul Web, poi in una veste più ufficiale (cd e vinile) nei negozi. Soltanto in Rete ha sfiorato i due milioni di copie vendute, a cui se ne aggiungono altri due abbondanti sui canali di vendita tradizionali.
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